Restauro del Campanile
Riportiamo qui alcuni cenni storici relativi alla sua costruzione e i passaggi principali dell’intervento.
La Torre campanaria venne costruita nel 1798, per volere dell’allora parroco don Felice Pozza. La costruzione alta più di 60 metri, venne eretta con i mattoni forniti da una fornace di via Caovilla. Allora molti parrocchiani hanno prestato la loro manodopera gratuitamente per quella meravigliosa costruzione avvicendandosi, fino ad opera ultimata, per il trasporto di mattoni e sabbia estratta nella stessa zona.
Nel 1895 don Antonio Moscon Gazza fece acquistare le quattro campane.
I primi lavori di restauro si ebbero negli anni ’40 del 1900quando don Alfonso Lorenzi dovette far ricostruire la cupola pericolante ricoprendola con 1400 kg di lastre di piombo e successivamente dovette provvedere alla fusione della campana maggiore che presentava vistose fessurazioni.
Nel 1962 venne elettrificato l’impianto per il funzionamento per le campane.
Il campanile è composto da tre elementi ben distinguibili: il basamento bugnato, ricavato dalla muratura in mattoni; un alto fusto di sezione quadrata dove si aprono delle finestrelle per l’aerazione interna e dove nel lato sud è posizionato l’orologio; infine la sommità della torre è caratterizzata da una cella campanaria a bifore e timpanata, sormontata da una lanterna ottagonale e da una cupola rivestita da lastre di piombo.
Particolare risulta la scelta di questi elementi per la sommità del campanile, che di solito in queste zone è caratterizzata da una semplice forma a cupide.
La Torre campanaria, prima dell’intervento di restauro, si presentava con il fusto principale a mattoni faccia vista, mentre la cella campanaria era dipinta in due tonalità: bianca e beige.
I lavori di restauro sono cominciati con una pulitura generale della torre. Dopo questa prima fase sono emersi su tutta la lunghezza della torre dei segni chiari ed inequivocabili che originariamente il campanile fosse interamente intonacato. Le tracce ritrovate sono concentrate nei giunti tra i mattoni in quanto qui l’intonaco ha potuto aggrapparsi più saldamente, mentre si è quasi completamente dilavato sulla superficie dei mattoni. Che il campanile dovesse essere intonacato si può dedurre anche dalla non eccellente qualità estetica dei mattoni e dalla modularità degli stessi non sempre uguale.
A questo punto è stata coinvolta la Sovrintendenza, la quale dopo un’attenta e scrupolosa analisi ha dato il proprio parere favorevole affinché l’intero fusto del campanile fosse intonacato con le due tonalità ritrovate, coccio pesto e bianco.
Per la cella, dopo aver consolidato gli intonaci esistenti, sono state riproposte le stesse tonalità del fusto, grazie ai ritrovamenti e ad alcune foto storiche. È stato inoltre effettuato un intervento radicale anche sulla cupolina. Dopo lo smontaggio del piombo si è provveduto all’eliminazione del tavolato sottostante in quanto versava in condizioni di degrado avanzato e quindi non più sicuro a sopportare il peso consistente delle lastre di piombo. Si è proceduto quindi con il consolidamento delle travature portanti e successivamente con la messa in opera di un nuovo tavolato, dove è stato poi fissato il manto di copertura di piombo.
I lavori si sono conclusi con la messa in opera della croce e del nuovo sistema di protezione contro i fulmini.